I nostri cani
Articolo di Massimo Scheggi apparso sulla rivista "DIANA Caccia"
Che bravi! Mi hanno mandato dei cioccolatini niente male, anzi eccezionali. Dei cuneesi a tutto ripieno. Dice che mi leggono con piacere sulla rivista e nella mia grande opera» sui Segugi. Grazie. Non importava. Fa piacere però. Ora magari qualcuno dirà che mi faccio comprare per dei cioccolatini. Niente meno. Il fatto è piuttosto che Osvaldo e Gianluca Lerda (padre e figlio) allevano con successo dal 1968.Che cosa allevano? Segugi francesi. Tutti?. No, sarebbero troppi. Diciamo allora che sono specializzati, come dicono loro, in ariégeois, briquet grfffon vendéen e anglo francesi de petite vénerie. E specializzati significa, lo diciamo noi, che soprattutto dagli anni Novanta in poi hanno ottenuto grossi risultati nelle prove di lavoro su cinghiale (ma anche in esposizione) soprattutto con gli ariégeois. E’ il caso di citare quelli del compianto Gabriello Santori di Lucca. di Doriano Damiani di Siena e di Marco Barbanera di Perugia. E poi, si trotti di ariégeois, anglos o di vandeani, hanno fatto felici molti cacciatori.Ma sentiamo cosa ha da direi il giovane Gianluca Lerda, diplomato come perito elettrotecnico, che è un po' l'Aronne della situazione. portavoce cioè anche di Osvaldo. Intanto una premessa: l'amore per i segugi francesi, meglio gli chiens courants. è venuta ai Lerda dal frequentare la Provenza francese dove risiedono alcuni parenti. Ancoro adesso in Francia si recano Osvaldo e Gianlura quando ritengono il caso dl rinfrescare alcune linee di sangue. Il collage di tutto questo, evidentemente,è rappresentato dalla passione per la caccia. Prima praticata soprattutto sulla lepre e poi sul cinghiale, da quando questo ungulato si è molto diffuso anche in Piemonte.
I primi segugi che abbiamo allevato sono stati « i primi ariégeois e i briquet griffon vendéen. Nel 1968 ottenemmo l'affisso Lupi del Grana, poi nel 1982 ci trasferimmo dove attualmente abitiamo, a Caraglio (Cuneo) e, dopo l'ampliamento del canile, aumentò anche il numero delle razze selezionate, con la scopetta di un segugio di grandi qualità fisiche e venatorie: l'anglo français de petit vénerie. Iniziammo con una femmina eccezionale, Alpina, della quale conserviamo ancora la linea di sangue. All'inizio mio padre, per farsi meglio conoscere, si dedicava alle esposizioni e a qualche prova di lavoro. Non abbiamo però mai tralasciato la caccia quale linea guida e selezione principale del nostro allevamento. Quando questa termina iniziamo l'addestramento dei più giovani in riserve a nostra disposizione e in aree addestramento cani. I nostri soggetti sono insomma sempre sotto, da soli o in muta, sia sulla lepre che sul cinghiale, e le femmine non vengono adibite alla riproduzione prima dei due anni e mezzo/tre, finché cioè non abbiano dimostrato di avere valide caratteristiche venatorie. Così facendo abbiamola convinzione dì ridurre al minimo le eventuali sorprese per quanto riguarda i cuccioli.Comunque facciamo accoppiamenti mirati e non in consanguineità, disponendo di varie correnti di sangue. I cuccioli prodotti annualmente sono circa 30 per. gli ariégeois e altrettanti per i briquet griffon vendéen, un po' meno per gli anglo francesi». Sentiamo adesso da Gianiuca quali sono le caratteristiche principali delle razze allevate dal padre e da lui. “Secondo noi l'ariègeois é ottimo ausiliare sulla lepre.Segugio di metodo in pastura, naso fine, risolve bene i falli ed è di buon collegamento e rientro. Tutte e tre le razze da noi allevate, cerchiamo di selezionarle nei canoni dello standard anche per quanto riguarda il timbro della voce che deve rimanere tipico, diverso per per razza. Propendiamo anche per una taglia contenuta, pur sempre nei limiti previsti dallo standard, perchè ci siamo accorti che un segugio più leggero ma ben costuito, è più elegante e di buon rientro. I cani pesanti, lamentando di più le fatiche della battuta, rientrano peggio. Nella selezione dell'ariégeois abbiamo cercato soggetti di grinta e carattere per la impegnativa caccia al cinghiale. Queste doti sono fondamentali per la riuscita di un buon cane da seguita da usare sull''ungulato. Se comunque un ariégeois lo specializzi su un certo selvatico, non ti deluderà inseguendo altri animali. Per quanto riguarda il vandeano, qui siamo di fronte davvero ad uno specialista sul cinghiale, a un cinghialaio per eccellenza. Noi crediamo molto nella taglia del briquet, dai 50 ai 55cm al garrese, selezionato però con voce del grande vandeano. Rispetto a quest'ultimi briquet sono chiens courants più collegati e di buon rientro.
Noi insistiamo su questa caratteristica, perchè alla fine della battuta, quando gli altri cacciatori hanno finito e se ne vanno, i canottieri devono rimanere alla ricerca dei cani. Quelli di fisico più minuto ma resistente, quelli più intelligenti rientrano da sé, al punto in cui sono stati sciolti o al carrello, ma altri, soprattutto nella taglia del grand non conoscono rientro e questo ti fa impazzìre. Un buon segugio da cinghiale deve dare la voce in passata, seguire le tracce fino al covo, abbaiate bene a fermo, inseguire a fondo, però quando la battuta è finita deve rientrare. E' importante quindi selezìonare anche sotto questo aspetto. Per quanto riguarda l'anglo francese, noi abbiamo due linee di sangue che per semplicità si distinguono trai colori bianco arancio tricolore. Si tratta di un segugio veloce, di ottimo olfatto, elegante e intrapendente, di abbaìo piacevole, adatto indifferentemente a cacciare sia la lepre che i conigli selvatici, come il cinghiale. Lavora di iniziativa, è rapido a trovare il filo dell'uscita della pastura e andare allo scovo, senza per forza cadere in fallo., Per la sua rapidità e scaltrezza, lo consigliamo a quei cacciatori che usano segugi veloci sulla seguita come, ad esempio, il segugio italiano a pelo raro, oppure i maremmani o certi segugi slavi. Perché di tutte le razze transalpine, l'anglo francese è quello che può inserirsi meglio in mute anche non omogenee, di soggetti cîoè della stessa razza (anche se questa soluzione rimane migliore). Infatti mantiene lo stesso passo, si adegua cioè alle varie esigenze e ai diversi compagni. È po' come per i cioccolatini. Quelli di Firenze son buoni, ma ci si adegua anche a quelli di Cuneo. Sperar che si capisca l'ironia toscana.