Il Briquet Griffon Vendéen

articolo tratto da “Cani da seguita”
di Luca Colombo

Questa   razza di origine francese è molto presente numericamente in ltaiia, dove viene impiegata, quasi esclusivamente, per la caccia al cinghiale e solo rarissimamente per la caccia alla lepre

Originaria della regione francese della Vandea, della razza dei vandeani esistono ben quattro varietà: il Petit Basset Griffon (da 34 a 38 cm), il Grand Basset (da 39 a 42 cm), il Briquet Griffon Vendéen (da 50 a 55 cm) e il Grand Griffon Vendéen (da 60 a 65 cm). Tra queste, il Briquet Griffon Vendeén, cane segugio utilizzato per la caccia in battuta con il fucile, è la sola razza francese ad avere conservato la denominazione “Briquet”. Va ricordato, infatti, come, con il termine “briquets de pays”, (bracchetti di paese) anticamente venivano genericamente indicati tutti quei cani di taglia media, di sangue non nobile, piuttosto focosi, testardi, indisciplinati e irregolari nella loro azione, ma intelligenti e dotati d’iniziativa nel dipanare i grovigli ed i falli sulla traccia della lepre. Curiosamente, tuttavia, furono proprio i briquets che contribuirono a formare in Francia una serie di cani da lepre di mezzo sangue dalle ottime capacità venatorie. Anzi, molte di quelle razze che all’epoca della rivoluzione del 1789 andarono disperse o deliberatamente distrutte perché appartenenti all’odiata nobiltà, hanno trovato la possibilità, attraverso i briquets, di perpetuare la loro stirpe. Si spiega quindi così anche l’origine del Briquet Griffon Vendeén, che sarebbe derivato dal griffone di Vandea di grande taglia, per Hubert Dezamy, dal momento che questo cane pare essere una riduzione armonica e migliorata di quello, poiché in esso tutto è stato ridotto nelle-dimensioni senza tuttavia perdere la distinzione del tipo originario e mantenendo integre le doti naturali di quel gran cane; doti che risultano essere ideali tanto per la caccia alla lepre, quanto per quella al cinghiale. In tempi più recenti, la selezione del Briquet Griffon Vendeén fu intrapresa, prima della prima guerra mondiale, dal conte d’Elva. Dopo il suo intervento, infatti, si potevano trovare degli esemplari di questa razza in diversi equipaggi della regione. ImagePurtroppo la razza subì una drastica riduzione nel numero dei suoi esemplari durante il triste periodo delle due guerre mondiali. Tuttavia il Briquet Griffon Vendeén iapparve, anche se ridotto quasi ai minimi termini, a Fontenay-le-Comte nel 1946, nella muta di monsier Guilleme e da lì prese il via il suo allevamento moderno. Soggetti di una qualità straordinaria sono stati allevati nella patria d’origine da madama Chataigner, monsieur Coper e monsieur Moinet, e nel 1995 una muta di questi cani vinse il “Trofeo di Francia” nelle prove di lavoro su capriolo.

 

Lo stato attuale della razza, grazie anche all’opera svolta dal Club che la tutela, ha oramai raggiunto anche nel nostro Paese un livello davvero buono, e questo sia numericamente sia per ciò che concerne la morfologia dei soggetti prodotti. Tanto che, tra i suoi appassionati, vi è addirittura chi ritiene che sotto l’aspetto della morfologia ci si possa sentire all’altezza della patria d’origine della razza, la Francia. Oggigiorno, infatti, grazie alle prove di lavoro, alle esposizioni e anche a tutti i mezzi d’informazione, è piuttosto facile sapere tutto ciò che si vuole sul Briquet Griffon Vendéen ed è un dato di fatto che questo cane sia ormai piuttosto conosciuto anche qui da noi, in Italia, e pertanto i nostri segugisti ne conoscono pregi e difetti. Pregi che sono, naturalmente, in misura assai maggiore dei difetti.

Alcune note generali

Il colore del mantello del Briquet Griffon Vendéen può essere bianco-arancio, ma possiamo trovare anche i tricolore, i bianco-grigi e i bianco-neri. Il pelo deve essere lungo, piuttosto duro, con un po’ di sottopelo, mai lanoso. Gli occhi e il tartufo scuri, ben pigmentati, mai chiari mentre la cute di questo segugio è molto spessa: tale dote, unitamente alla caratteristica del suo pelo, fa sì che durante la stagione fredda (proprio il periodo della caccia al cinghiale), esso presenti un’alta resistenza alle basse temperature concomitanti, anche abbastanza di frequente, con pioggia e neve; diversamente da molti altri cani che, a volte, in presenza di tali condizioni meteorologiche cessano l’azione di caccia. Per contro soffre molto il caldo, tanto che è quindi opportuno mettere a riposo il nostro Vandeano, durante l’estate, per evitargli colpi di calore.
L’appassionato deve sapere, poi, che l’addestramento del Briquet Griffon Vendéen richiede, innanzitutto, di avere del tempo a disposizione da dedicargli. E questo poiché il Vandeano è un segugio che ha bisogno di tempo per cacciare e ha bisogno di tempo per rientrare. Ed anche che, oltre a dedicarsi molto all’addestramento di questo segugio, occorre altresì che il suo padrone faccia attenzione anche al mantenimento della forma fisica esteriore dei suoi esemplari in quanto sono cani a pelo lungo e pertanito devono essere spazzolati spesso.Inoltre a volte alcuni soggetti soffrono di otite e quindi ,periodicamente,un controllo veterinario è d’bbligo.Ciononostante di tratta di un segugio forte e robusto, molto resistente a quasi tutte le malattie virali e batteriche che, se sverminato e vaccinato regolarmente, non presenta quasi mai qualche problema. Tant’è vero che chi possiede e, quindi, conosce davvero il Briquet Griffon Vendéen, o lo ha semplicemente visto lavorare non può certo dirne male.
Cane che come sottolineato nel sottotitolo di questo articolo viene utilizzato, in Italia, pressoché esclusivamente per la caccia al cinghiale, per via delle sue caratteristiche particolari quali il coraggio, la tenacità e l’iniziativa, questo segugio, infatti, non è solito, in genere, arrivare molto velocemente ad abbaiare a fermo al cinghiale sfruttando il vento; ed è da notare come la sua voce possa, spesso, variare da una corrente di sangue all’altra, alcuni soggetti, infatti, possono “urlare”, mentre altri possono “scagnare”. Per quanto riguarda poi il lato affettivo, il vandeano è insuperabile essendo molto legato al proprietario .

 

E’ coraggioso e dinamico

Pur essendo il Briquet Griffon Vendéen un cane capace, durante la cacciata, di compiere anche degli atti estremi, più in generale si può affermare comunque che il Vandeano è un segugio dotato di metodo, capace di dare buona voce sulla pastura notturna del cinghiale, anche a distanza di 8 – 10 ore, scorrevole e deciso a risolvere lo scovo. Un cane d’iniziativa, coraggioso e dinamico, con grande attitudine a non demordere anche nelle macchie sporche e difficili da penetrare e capace di incoraggiare tutta la muta nel rimanere compatta per far uscire l’animale dalla lestra e ad iniziarne la seguita.
Riassumendole le doti migliori del Briquet Griffon Vendéen sono la grande iniziativa, l’atti- – tudine all’abbaio a fermo, la voce e la ricerca della passata, oltre alla grande generosità nella seguita, anche se, a proposito di quest’ultima, stante le miserevoli condizioni in cui versa oggigiorno la caccia nel nostro Paese, costretta dentro confini ben precisi, un segugio che ha la capacità di inseguire a fondo è considerato da molti cacciatori di cinghiali quasi un handicap. A caccia, infatti, vi è chi è abituato ai piccoli cani (spesso frutto d’incroci di vario genere), che se vedono il selvatico lo abbaiano, magari anche a fermo, ma poi desistono dalla seguita e non fanno la traccia allo scovo. Tuttavia vi è più di un cacciatore che apprezza il fatto di sapere sempre dove sono e di non perderli mai.Image
Ma a nostro parere un buon segugio da cinghiale, invece, deve essere in grado sull’accostamento della pastura di abbaiare il filo della traccia fino al covo del selvatico, per poi mettersi al fermo e quindi partire sulla seguita per spingerlo alle poste. E se poi, nella cacciata, si ha la sfortuna che l’animale inseguito venga “padellato” o non ci passi, deviandole, il buon segugio non deve comunque abbandonare la seguita. E questo anche se finisce fuori zona e fa, magari, abbattere il selvatico ad un’altra squadra. Perché il segugio che caccia con il cuore non può certo sapere che sarebbe meglio fermarsi e tornare dal conduttoredal momento che lui fa solo il suo lavoro cercando di perseguire, al massimo delle sue possibilità, il suo obiettivo che è quello di vedere il cinghiale abbattuto.
In conclusione: se sulla seguita del Briquet Griffon Vendéen (ma in generale di qualunque altro segugio completo e bravo in tutte le fasi del suo lavoro) il selvatico che ha scovato gli viene abbattuto, il cane si ferma su quell’animale e la battuta è, di fatto, finita. Ma nel caso che, oltre a quello abbattuto alle poste vi siano altri cinghiali che scollinano, il cane deve comunque continuare a seguire quelli vivi e toccherà a conduttori e postaioli, purtroppo, cercare d’impedire che questo accada. Altrimenti non rimane che aspettare, il vandeano, infatti, una volta esaurite le risorse dei propri polmoni e delle proprie zampe farà sicuro rientro dal conduttore, nella zona da dove è stato sciolto. ❑

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